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Alla pagina indice sulla politica internazionale
Questo sito non viene più aggiornato dal 2022, quando intervenni a proposito del'attacco russo all'Ucraina. Oggi torno a scrivere di questi temi, in attesa di riaprire la parte di filosofia e religione, spinto da un altro evento dello stesso genere: l'attacco di Israele, poi sostenuto dall'atttacco degli Stati Uniti, all'Iran.
Come nel 1999, quando cominciai ad occuparmi sul sito di politica internazionale, c'è una guerra (per ora) solo aerea tra nazioni. Come allora la NATO attaccò la Serbia, ora Israele sta attaccando l'Iran. Questa volta si vuole bloccare il programma nucleare iraniano, che potrebbe portare alla realizzazione della bomba atomica, parallelamente all'offensiva di Israele contro i territori palestinesi di Gaza e Cisgiordania
Di fronte alla immane tragedia di Gaza mi ero limitato a post sui social, ma l'attacco ad un altro paese ancora, con la partecipazione diretta degli Stati Uniti d'America, mi ha spinto a risvegliare dal letargo Eurinome. Proprio la partecipazione degli Stati Uniti è stato il fattore scatenante che mi ha portato a scrivere di nuovo, ma si deve partire da quanto sta facendo Israele.
IL conflitto in Palestina dura formalmente dal 1947, quando cominciarono gli scontri susseguenti alla risoluzione dell'ONU che prevedeva la soluzione dei due stati. Di fatto, però, la sua origine risale al movimento sionista, e quindi alla fine dell'Ottocento, e poi alla dichiarazione Balfour del 1917 sulla creazione di un "focolare ebraico" in Palestina.
La catena delle azioni e reazioni da allora non si è mai arrestata: ha avuto momenti di calma relativa, ma la violenza è sempre stata presente. La radice nel problema rimane proprio nell'idea che debbano esserci Stati separati per ebrei e non ebrei. Trovo utile riportare qui una lettera di Albert Einstein che chiarisce i termini della sua partecipazione alla Commissione Alleata sulla Palestina esprimendosi contro l'ipotesi di creare Stati separati per ebrei e non ebrei. Più tardi gli fu proposta la presidenza di Israele, ma Einstein rifiutò. Il grande scienziato aveva previsto che in Palestina si stavano creando le condizioni per una situazione di perenne e insolubile conflittualità.
Infatti vi è una contraddizione insolubile tra il concetto di "stato degli ebrei" e quello di "stato democratico": uno dei punti cardine della definizione di stato democratico è l'assenza di discriminazione tra i cittadini in base all'appartenenza etnica e religiosa, oltre che a genere, convinzioni politiche ecc., come ad esempio enunciato nell'art.2 della Costituzione Italiana. Israele non ha una Costituzione ma soltanto alcune leggi fondamentali, nell'ambito delle quali l'attuale maggioranza di governo ha fatto aggiungere che "Israele è lo Stato degli ebrei", affermazione prima assente. La contraddizione è ora palese.
Tornando al conflitto, ciascuna delle parti giustifica le proprie azioni come reazioni a quelle dell'altra. Si dice "Israele si deve difendere" e ovviamente è vero, ma è Israele che sistematicamente si espande occupando sempre più territorio e costringendo i palestinesi in aree sempre più ristertte e prive di risorse, soggette per di più al suo asfissiante controllo militare.
L'intenzione di Israele di rimuovere tutta la popolazione palestinese da Gaza è dimostrata da innumerevoli dichiarazioni e azioni, alcune palesi altre meno. Riassumo il tutto nel famoso piano del presidente USA Trump di trasformare Gaza in un'area di sviluppo turistico dopo aver allontanato tutta la popolazione attualmente residente. Trump ha colto a modo suo quanto viene apertamente discusso in Israele.
Non suscita altrettanto clamore mediatico, ma la sistematica riduzione e parcellizzazione del territorio palestinese in Cisgiordania continua ad andare avanti.
La fase attuale del conflitto è iniziata il 7 ottobre 2023 con l'improvviso e apparentemente del tutto inaspettato attacco del Hamas, affiancato da altri come Jihad Islamica, contro Israele. Un attacco senza precedenti per violenza e terribili conseguenze, con circa 1200 morti e 250 rapiti. Le forze di Israele, che pure sorvegliavano la striscia di Gaza da una recinzione dodtata di raffinati sistemi di rilevamento, si fecero cogliere completamente di sorpresa. Difficile dire quanto fu sottovalutazione dell'avversario, quanto semplice negligenza e quanto volontà politica di non ascoltare gli allarmi che pure erano stati sollevati. Il risultato fu quello che ci si poteva attendere: una reazione violentissima con intervento militare nella striscia di Gaza. Però, mentre in passato Israele reagiva ad azioni terroristiche con azioni mirate e di breve durata, atte a colpire la capacità dell'avversario ma circoscritte nello spazio e nel tempo, ora invece si è scatenata una guerra totale per la completa distruzione di Hamas, senza alcun riguardo per la popolazione di Gaza.
Come, anche qui, era facile prevedere, questa azione che vorrebbe elimninare Hamas non è ancora terminata ad oggi, giugno 2025. La popolazione di Gaza è stata lettralmente massacrata, con migliaia di morti che non si riesce nemmeno a contare, tra cui migliaia di donne e bambini. Quelli che non sono stati uccisi direttamente ora muoiono di fame e di sete, oltre alla mancanza di cure mediche, dato che di fatto non è possibile aiutare la popolazione in maniera adeguata. Tutte le strutture sanitarie di Gaza sono state distrutte, con la giustificazione che "ospitavano terroristi". I giornalisti sono stati sistematicamente uccisi, incluse le loro famiglie.
I morti si contano ormai a decine di migliaia, ed ogni giorno se ne aggiunge qualche decina. Spesso persone che cercavano di procurare cibo e altri generi di prima necessità per le proprie famiglie. Continuamento le forze armate israeliane ingiungono alla gente di spostarsi da una data zona in un'altra, per poi attaccare anche le zone da loro stessi definite sicure. Tutta la striscia di Gaza è solo un cumulo di rovine, dove persone disperate cercano di sopravvivere all'inferno.
Questa situazione è chiaramente denunciata da dalle organizzazioni umanitarie presenti sul terreno, alcune delle quali hanno subito perdite di persone e strutture. Ci sono stati episodi di attacchi diretti ai soccorritori che cercavano di aiutare i feriti. Io personalmente sostengo alcune organizzazioni umanitarie a cui rinvio per tutti i dettagli del caso, ho anche link fissi sul mio sito. Ad esempio metto il link all'iniziativa di Emergency che ha portato alla manifestazione dello scorso 21 giugno.
inizio paginaUn punto importante sempre sottolineato dal cosiddetto Occidente, termine che userò sinteticamente per indicare Stati Uniti d'America, NATO e altri paesi più o meno formalmente alleati, è l'obbligo di rispettare la legalità internazionale e in generale il concetto di stato di diritto, in inglese rule of law.
Che organizzazioni come Hamas abbiano commesso innumerevoli crimini non è in discussione, ma parliamo di organizzazioni considerate terroristiche da molti paesi e operanti per loro stessa ammissione al di fuori della legalità internazionale. Scopo di questo capitolo è mostrare come le pretese dell'Occidente di essere rispettosi di tale legalità sono prive di fondamento, evidenziando l'insostenibiità della sua presunta superiorità morale rispetto a tali organizzazioni.
È possibili affermare infatti che:
La Corte Penale Internazionale ha emesso un mandato di arresto nei confronti del primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, l'ex ministro della difesa Yoav Gallant e Mohammad Deif di Hamas - gli altri capi di Hamas indagati e forse anche lui però risulterebbero tutti morti, uccisi dalla forze di Israele.
A proposito di questa circostanza, vorrei sottolineare che oggi alcuni Stati dichiarano pubblicamente di ricercare singole persone, capi di organizzazioni e perfino capi di Stato, allo scopo di ucciderle. In qualsiasi tipo di ordinamento giuridico, questo si configura come omicidio premeditato: se un individuo è accusato di crimini nell'ambito giurisdizionale corretto è possibile arrestarlo e sottoporlo a processo, eventualmente giungendo alla condanna a morte se prevista dalla legge. Nessun ordinamento prevede che una persona possa essere uccisa a vista; se l'indagato resiste alla cattura o sta commettendo altri reati, la Polizia può usare il livello di violenza previsto dalla legge. Ma se l'accusato non è in territorio soggetto alla giurisdizione di chi lo ricerca, si devono seguire le procedure di estradizione. Tutto questo si lega al concetto di stato di diritto. Se si può uccidere chi si vuole, allora siamo nell'ambito dell'usanza criminale, non della legge. Nel caso specifico, esistendo un mandato di cattura internazionale, c'erano i presupposti legali per l'arresto delle persone in questione, purché fossero nel territorio di uno Stato aderente al Tribunale - il quale Stato avrebbe dovuto arrestarli.
Diversi Stati che aderiscono al Tribunale Penale Internazionale hanno dichiarato, peraltro, che non arresterebbero Netanyahu se mettesse piede sul loro territorio, il che costitusce una palese violazione del Trattato su cui si fonda il Tribunale e dimostra che tutte le dichiarazioni di questi Stati a proposito della legalità internazionale sono vuote e prive di ogni fondamento.
inizio paginaIl 13 giugno 2025 Israele ha lanciato un attacco aereo all'Iran, dichiaratamente allo scopo di distruggerne il programma per la realizzazione dell'arma atomica. Il tema non era nuovo, perché del programma di armamento nucleare dell'Iran si parla da decenni.
Anche qui non è il nostro scopo tracciare la storia di questo argomento. Un punto importante è che ci furono trattative internazionali, che coinvolsero i 5 membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'ONU (Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Russia e Cina) più la Germania e portò all'accordo del 2015 noto con la sigla inglese JCPOA (Joint Comprehensive Plan of Action), secondo il quale l'Iran si impegnava a non arricchire l'uranio a sopo bellico, a distruggere le scorte di uranio arricchito ed a sottoporsi ai controlli dell'AIEA, l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica. Presidente degli Stati Uniti era Obama. Nel 2018 il nuovo presidente, Trump che allora era nel suo primo mandato, decise il ritiro unilaterale degli Stati Uniti dall'accordo.Gli Stati Uniti ripristinarono le sanzioni contro l'Iran che avevano rimosso in seguito all'accordo.
Se ora mancava un accordo, la responsabilità dunque era delle azioni unilaterali degli Stati Uniti. Non ci fu mai una violazione da parte iraniana oggettivamente dimostrabile, rilevata dagli ispettori, i quali però venivano costantemente accusati dagli USA di non essere imparziali e di farsi ingennare. Si tratta di un altro caso di quanto dicevo sopra: lo stesso criterio per cui il TPI è buono se condanna i nemici dell'Occidente, è cattivo se condanna l'Occidente stesso: il cosiddetto Occidente applica costantemente e sistematicqamente il metodo dei due pesi e due misure, quindi non accetta mai il giudizio di una parte terza. Per l'Occidente imparziale è chi è a favore dell'Occidente.
Vorrei ricordare che nel 2003 gli Stati Uniti e il Regno Unito attaccarono l'Iraq sulla base dell'accusa che si stesse munendo di "armi di distruzione di massa". L'accusa fu poi provata falsa e le cosiddette prove si rivelarono costruite ad arte.
Prima dell'attacco israeliano erano in corso negoziati tra Stati Uniti ed Iran sul tema delle armi nucleari. Il fatto che sia stato dato all'Iran un termine di 60 giorni per dare una risposta alle ultime proposte, seguito poi dall'attacco, mostra semplicemente che quello era il classico ultimatum di chi vuole scatenare la guerra e non si trattava di una vera trattativa.
Non si vede alcun motivo di considerare l'attacco di Israele diverso da ogni altra aggressione militare, di cui purtroppo non mancano gli esempi. Si tratta di una violazione patente della Carta dell'ONU e di un'azione illegale e criminosa non meno dell'attacco della Russia all'Ucraina. L'Iran ha reagito al massiccio attacco aereo, condotto con la tecnica di origine americana detta COMAO (COMplex Air Operation), con il lancio di missili su Israele. Non c'è alcun dubbio su chi abbia scatenato il conflitto, per il resto una volta che si comincia a combattere entrano le logiche della guerra.
Tra le azioni israeliane ci sono gli omicidi di numerosi esponenti delle forze armate iraniane e dei Pasdaran, ed anche alcuni scienziati. Persone identificate una per una e attaccate individualmente, colpendo le loro abitazioni. Come notavo più sopra, si tratta di omicidio premeditato, non un'azione di guerra ma una pura azione criminale, sostanzialmente analoga al modo di agire del crimine organizzato.
Non avendo armi adeguate a colpiere i siti nucleari iraniani, pesantemente fortificati e ubicati ne sottosuolo, Israele ha chiesto ed infine ottenuto l'intervento diretto degli stati Uniti, che hanno impiegati bombardieri B2 capaci di trasportare le gigantesche bombe MOAB (13 t l'una, non impiegabili dagli aerei di cui dispone Israele).
L'attacco israeliano aveva già disabilitato le difese iraniane raggiungendo la superiorità aerea incontrastata. Israele non correva alcun pericolo, anzi stava già largamente vincendo il confronto, pur se qualche missile iraniano aveva fatto danni nel suo territorio. L'intervento statunitense aveva semplicemente lo scopo di completare il lavoro di distruzione cominciato da Israele.
In conclusione, Israele e Stati Uniti sono colpevoli di aggressione armata contro un altro paese, non collegata né ad azioni ostili né a minacce ricevute - in effetti si stava cercando di raggiungere un accordo. Si tratta del semplice esercizio della forza bruta, il che dimostra, come spiegavo nel paragrafo precedente, che la logica non è quella dello stato di diritto ma quella del confronto tra organizzazioni criminali.
Non sto qui sostenendo che il regime al potere in Iran non si sia macchiato di colpe contro altri e contro il suo stesso popolo, ma che la logica dell'intervento "occidentale" rispecchia la medesima logica applicata dai cosiddetti "regimi autoritari".
Tra gli altri paesi, il Regno Unito ha dato supporto a Israele e Stati Uniti in modo piuttosto visibile. La Germania lo ha dato a parole, con dichiarazioni sconcertanti del cancelliere Merz, il quale ha affermato che "Israele sta facendo il lavoro sporco per noi". Insomma sostiene le azioni di Israele ma non si impegna direttamente, per non sporcarsi le mani: un capolavoro di miseria morale. La presidente della Commissione Europea von der Leyen ha dichiarato che "Israele ha il diritto di difendersi". Questo è il mondo alla rovescia, dato che l'aggredito è l'Iran, e se c'è da fare questo tipo di dichiarazione su quanto sta avvenendo si dovrebbe dire che "l'Iran ha il diritto di difendersi".
I leader principali dell'Occidente sono sempre più falsi e parziali e scusano ogni violenza ed ogni crimine sulla base di pretesti inconsistenti. Il governo italiano, che non è uno dei principali, ha preferito non fare alcun commento impegnativo, forse non volendo né allinearsi alle spudorate menzogne degli altri governi né allontanarsene, per timore di conseguenze.
inizio paginaAl momento in cui scrivo sembra che si sia raggiunta una fragile tregua tra Iran e Israele, tra accuse reciproche di violazione e tentativi del presidente Trump di salvare il cessate il fuoco. Nessuna previsione è possibile, sono certo che Israele proverà a far ripartire il conflitto dato che il premier Netanyahu può sopravvivere politicamente solo in uno stato di guerra permanente.
In ogni caso, l'enormità di quanto ha fatto e sta ancora facendo Israele nei territori palestinesi, soprattutto a Gaza ma non dimentichiamo la Cisgiordania, non deve passare sotto silenzio. Le organizzazioni umanitarie che stanno cercando di assistere la popolazione riportano fatti orrendi. Il governo israeliano cerca in modo assurdo di negare ciò che non può essere negato, ed è fermamente intenzionato a far sparire dal territorio tra il Giordano e il mare ogni traccia di presenza palestinese.
Riporto il link al breve articolo di Giuseppe Cucchi: Israele va sanzionato, perché è la sintesi fatta da una persona competente, con cui concordo in buona misura anche se non completamente: per me la parola genocidio si può applicare, ma la sostanza non cambia, perché ifatti sono che:
Si vuole dunque negare ai palestinesi l'esistenza stessa come popolo. Faccio notare che il concetto pur orrendo di "pulizia etnica" implica che le persone siano forzatamente spostate in un luogo dove il loro popolo è presente. Qui la terra dei palestinesi è la Palestina e si parla di deportarli in luoghi privi di qualsiasi relazione con essa, con l'evidente intenzione di cancellarne l'identità come popolo, che in effetti viene negata. Si parla esattamente di cancellare i palestinesi in quanto popolo.
In assenza di sanzioni italiane o europee, ritengo che noi comuni cittadini dobbiamo agire per quanto a noi possibile.
Prima di tutto alcuni punti essenziali:
Ho citato la Russia al terzo punto perché in seguito all'invasione dell'Ucraina sono avvenuti fatti assurdi, come impedire di suonare musica di compositori russi, annullare rappresentazioni teatrali di autori russi o convegni sulla cultura russa. Mi dissocio totalmente da questo genere di azioni, che si tratti di russi o ebrei o chiunque al mondo.
Mi permetto ora di ricopiare i punti dell'appello di Emergency, a cui rinvio anche direttamente: lo trovate qui, con le immagini della manifestazione del 21 giugno.
Chiediamo al governo italiano:
1. Di chiedere formalmente al governo di Israele, in ogni sede diplomatica e pubblica, di permettere l'ingresso nella Striscia degli aiuti umanitari di cui c'è disperato bisogno e la loro distribuzione alla popolazione civile;
2. Di attivare subito un impegno diplomatico per un cessate il fuoco e per il rispetto del diritto umanitario internazionale;
3. Di non rinnovare come forma di pressione il memorandum d'intesa per la collaborazione militare tra Italia e Israele, previsto per l'8 giugno;
4. Di interrompere la compravendita di armi e sistemi d'arma da e per Israele;
5. Di schierarsi per la sospensione del trattato di associazione tra Unione europea e Israele come già 17 Paesi hanno fatto per le continue violazioni dei diritti umani.
Chiediamo che venga fatto ORA.
Non ho alcuna fiducia nei governi occidentali, incluso quello italiano, che continuano a sostenere Israele salvo qualche vuoto appello umanitario.
Pertanto cito un po' di "sanzioni a livello personale" che si possono applicare:
Metto quindi il link all'iniziativa No ai prodotti israeliani.
Non mi piacciono le iniziative con contenuto anche moderatamente ostile, ma ora non si può restare inerti.