Su Marte ed oltre

I nuovi piani statunitensi per lo spazio



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Pagina pubblicata il 18 gennaio 2004

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I nuovi piani statunitensi per lo spazio

Marte visto da SpiritIl 14 gennaio 2004 il presidente degli Stati Uniti George W. Bush ha annunciato al mondo i nuovi piani del suo governo per la ricerca spaziale. I contenuti erano già noti da qualche tempo, dato che vi erano state anticipazioni più o meno dettagliate. Il piano proposto dal governo americano è di ritornare sulla Luna per crearvi una base permanente entro il 2015 e successivamente inviare una missione con equipaggio umano su Marte, verso il 2020. La stazione spaziale internazionale verrà completata solo per la parte già prevista ed in corso di realizzazione, mentre lo Space Shuttle riprenderà i voli ma sarà dismesso entro il 2010, lasciando il posto ad un veicolo di lancio di nuovo tipo.

L'annuncio cambia sostanzialmente la strategia della NASA, ed è stato accolto con grande favore dalle agenzie spaziali europea e russa, che contano di partecipare al nuovo impegno della NASA. Ci sono state anche molte critiche, prima di tutto da parte degli esponenti del Partito Democratico, sostanzialmente legate al costo della nuova iniziativa, che molti ritengono eccessivo in tempi in cui il deficit di bilancio dello stato americano è in forte crescita e mancano le risorse per molte altre attività.

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Uscire dal pantano

Nello scorso mese di novembre abbiamo commentato l'approssimarsi del centenario dell'aeroplano con un discorso generale sulla ricerca aerospaziale. Il discorso di Bush giunge perfettamente a tempo. Non è stato un caso: l'incidente del Columbia, il centenario dei fratelli Wright, il primo volo spaziale umano dei cinesi hanno certamente contribuito a stimolare la formulazione di un piano coerente ed audace per una ripresa dell'esplorazione dello spazio da parte americana.

Negli anni Sessanta del secolo scorso la competizione spaziale era alimentata dalla rivalità tra Stati Uniti ed Unione Sovietica. Si può sostenere che entrambe le superpotenze considerassero in primo luogo le conseguenze sul piano strategico di una posizione di vantaggio nel campo dell'esplorazione dello spazio; tuttavia se consideriamo bene la questione, non possiamo fare a meno di notare che la conquista della Luna dal punto di vista militare fu del tutto insignificante. Per colpire un nemico sulla Terra una base lunare è assolutamente inutile, per la grande distanza che renderebbe facilissimo avvistare con grande anticipo i missili lanciati da lassù; per spiare il nemico e prevenirne le mosse, ugualmente conviene essere il più vicino possibile, tanto che i satelliti spia orbitano più in basso di qualsiasi satellite civile. La conquista della Luna era importante soprattutto dal punto di vista simbolico. Gli Stati Uniti erano stati umiliati quando i sovietici erano riusciti per primi ad inviare un uomo in orbita intorno alla Terra, operazione questa molto più importante anche dal punto di vista militare. Avevano bisogno di mostrare al mondo la loro supremazia tecnica ed industriale con un'impresa che non fosse alla portata di altri.

Dunque, per quanto non fossero assolutamente disinteressate, le motivazioni di allora erano più che onorevoli: dimostrare la propria superiorità con una grande impresa pacifica. Si viveva in un mondo molto più ricco di ideali.

Dopo la fine del progetto Apollo ci fu un vero e proprio smantellamento del programma spaziale. Prevalsero le motivazioni militari ed economiche, e si concepì un progetto per rendere conveniente e abituale l'accesso allo spazio: un veicolo spaziale ricuperabile e riutilizzabile, che abbattesse i costi e gli stessi requisiti psicofisici per gli astronauti, decollando in modo meno brusco ed atterrando su una pista, pronto per essere rifornito e rimesso in condizioni di partire. Questo portò allo Space Shuttle, una realizzazione che oggi, quasi al termine della sua vita utile, consideriamo molto insoddisfacente. Forse si volle fare troppo in una volta, puntando da subito ad un gran numero di obiettivi difficili da raggiungere simultaneamente: basso costo, breve ciclo di ripartenza, grande capacità di carico, predisposizione per i compiti più svariati, dal lancio di satelliti e sonde spaziali alla permanenza in orbita per compiere a bordo gli esperimenti più svariati.

Luna e TerraLa combinazione tra stanziamenti limitati, vincoli burocratici e confusione di obiettivi ha portato il programma spaziale americano ad una situazione fallimentare. Essendo prevalsa l'idea che l'esplorazione umana dello spazio fosse troppo costosa, si cercavano giustificazioni per quel poco che ne restava sottolineando appunto gli obiettivi di economicità, produttività scientifica, orientamento all'uso commerciale, quando invece la presenza umana nello spazio è per sua natura una forma di ricerca di frontiera, di secinza avventurosa, colma di opportunità ma anche di costi e di rischi. L'esatto contrario di un'impresa gestibile con la burocrazia, che vuole ritorni economici certi, tempi definiti, procedure dettagliate, nessun imprevisto.

In queste condizioni nacque la Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Non era permesso dire che si trattava di un avamposto verso lo spazio esterno, una base di appoggio per procedere oltre; se ne sottolineò invece l'uso per gli esperimenti più vari nel campo della microgravità, con obiettivi il più possiible legati all'uso pratico a terra. Una stazione spaziale con i piedi per terra, insomma. Peccato che tutti gli esperimenti utili ed interessanti fossero già stati fatti dai russi sulla Mir, a costi molto inferiori. L'Unione Sovietica degli ultimi anni era riuscita a realizzare di più e meglio, spendendo molto meno, per un semplice motivo: aveva commisurato gli sforzi agli obiettivi ed entrambi alle disponibilità economiche. Invece di sviluppare un nuovo sistema di trasporto spaziale come lo Shuttle, continuava ad usare le Soyuz, migliorandole un poco alla volta; la stazione era relativamente semplice ma sufficiente per le funzioni richieste. L'esperienza accumulata dai russi li ha portati molto avanti nella direzione dei viaggi interplanetari: soltanto loro è la competenza sulle lunghe permanenze nello spazio. Il crollo dell'Unione Sovietica ha bloccato il programma Energiya per un vettore più grande del Saturno V, che avrebbe messo i sovietici sulla strada di Marte. Grazie alla strategia dei piccoli passi, ci sarebbero probabilmente giunti con successo.

La mancanza di obiettivi chiari aveva messo invece la ISS su un vicolo cieco. Tuttavia essa rappresentava un'impresa comune di più nazioni prima rivali, e stava dando la possibilità di imparare a lavorare insieme e di tenere in vita il settore del volo spaziale umano, in attesa di tempi migliori.

Il discorso di Bush può rappresentare la via d'uscita da questa palude spaziale. Non si deve avere paura di scegliere obiettivi ambiziosi. Oggi viviamo in un'epoca in cui l'umanità si è ripiegata su se stessa, dopo il fallimento dell'ultimo ideale universale di progresso, quello comunista. La civiltà occidentale, in preda all'economicismo che riconduce tutto il mondo umano al fattore economico (che stranezza, mi sembra che il primo a proporlo sia stato un certo K. Marx), si muove esclusivamente sul piano del Dio Mercato e del Dio Dollaro, ai quali dello spazio non importa nulla, se non rende. Ora l'Imperatore del Grande Mercato Mondiale si pronuncia in termini inusuali, rilanciando il programma spaziale.

Il primo commento deve essere sul merito, non sull'uomo o sulle sue motivazioni. Ed è un commento positivo.

Dal testo sul centenario dell'aviazione:
Spesso si sente dire che le imprese spaziali sono troppo costose e che il denaro dovrebbe essere impiegato per ricerche orientate ai problemi dei poveri della terra. E' un errore, che segue la logica del neoliberismo: cercare solo ciò che è utile. La ricerca serve all'umanità nel suo insieme, per essere appunto umanità e non animalità. Il genio umano deve trovare una possibilità di sviluppo, perché la staticità non esiste, ci si deve comunque muovere, in avanti o all'indietro. Occorre però incanalare le capacità umane verso scopi pacifici e collaborativi anziché verso la distruzione. Si tratta quindi di perseguire la scienza come cultura e la tecnica come creatività dell'individuo e come applicazione della scienza a vantaggio di tutti. Per sua natura la scienza come attività culturale (preferisco usare quest'espressione anziché cultura scientifica, che sembra contrapporsi alla cultura umanistica)  è egualitaria e solidale: gli scienziati in quanto tali collaborano tra loro al di là di ogni barriera nazionale, linguistica, razziale, sessuale e perfino temporale.
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Questo impiego di risorse non è in contrasto con le necessità dei poveri della Terra. Chi dice che dobbiamo prima risolvere tutti i problemi della Terra, prima di andare nello spazio, si inganna e non conosce l'umanità. Con questo tipo di argomenti non si risolve nulla: paradossalmente, è necessario andare nello spazio per risolvere i problemi della Terra. Un'umanità priva di obiettivi e di ideali non può risolvere nemmeno il problema del pane quotidiano. Le risorse ci sono in abbondanza, per fare tutto ciò che è necessario ed anche ciò che sembra superfluo, si tratta solo di usarle.

B-2Avere obiettivi chiari è fondamentale. E' necessario che si dica che andiamo nello spazio per esplorarlo, senza porci limiti. Le persone brillanti ed anche le industrie di avanguardia devono avere una finalità davanti a sé, altrimenti li perderemo o li indirizzeremo a produrre mezzi di distruzione. Non c'è alcuna contraddizione sui costi. Il bilancio attuale della NASA è di 15,5 miliardi di dollari, che vuol dire lo 0,7 % del bilancio pubblico degli Stati Uniti. Nessuno parla di aumentarlo a danno delle spese sociali. Il programma Apollo, in termini attuali, costò 150 miliardi di dollari, pari a un po' meno di 10 anni dell'attuale bilancio della NASA o a quattro mesi (sì, proprio così, più o meno quattro mesi) delle spese militari attuali degli USA. Il piano Bush prevede un incremento di un solo miliardo di dollari del bilancio annuo della NASA, in quanto è suddiviso su un lungo periodo e comporta risparmi in altri settori della NASA medesima. Per qualche informazione ulteriore vedere ad esempio queste FAQ di Space.com. Già soltanto le ricadute tecnologiche del progetto Marte ripagherebbero ampiamente la maggiore spesa. Piuttosto si reindirizzino le spese militari inutili. I sottomarini nucleari ed i bombardieri strategici non servono a nulla contro al-Qa'ida. Per fare un confronto, la missione dei due Rover su Marte attualmente in corso è costata meno della metà dell'acquisto di un solo bombardiere B-2. Perché tutti si scagliano contro le missioni spaziali, e non contro le spese militari? Una riduzione di queste ultime avrebbe certamente un impatto sull'occupazione, specialmente nelle industrie a tecnologia avanzata. Ed ecco che un incremento della ricerca spaziale può anche venire utile per consentirci di ridurre le spese militari senza chiudere le industrie.

Soprattutto, uno sforzo che ha un obiettivo chiaro porta molti più risultati di un piccolo cabotaggio senza meta, come quello della ISS. Qualcuno ha detto che è ora di smettere di spendere soldi per girare in cerchio intorno alla Terra, e cercare invece di andare da qualche parte.

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Le motivazioni di Bush

Riprendo ancora un brano del testo sul centenario dell'aviazione:
Vista la situazione penosa della ISS, è cosa buona che la Cina, anche se per motivi sbagliati, persegua per i fatti suoi l'esplorazione umana dello spazio. C'è la possibilità che costringa in questo modo l'Occidente, sempre per motivi sbagliati, a dirottare qualche risorsa in tal senso, speriamo soprattutto allo sviluppo di imprese collettive come la ISS, che aumentano lo spirito di collaborazione tra le nazioni. Il prestigio di queste imprese evidenzia la meschinità della politica dei "neoconservatives" statunitensi, la loro brutale sete di potere che li porta a combattere contro il mondo intero. L'umiliazione pubblica degli USA, che dipendono dai russi per andare nello spazio, mostra a tutti come siano effimeri e vergognosi i loro progressi nel solo campo delle armi.

Ricapitolando, cerchiamo di comprendere perché George W. Bush detto Dubya (approssimazione fonetica della pronuncia americana di W, la middle initial che lo distingue da papà) improvvisamente ha deciso di mandare degli astronauti su Marte. Come facevamo tanto tempo fa a proposito della guerra del Kosovo, proponiamo una lista di motivazioni poco spaziali e molto terrestri:
  1. gli USA sono in grave crisi per il settore del volo spaziale umano, non hanno un vettore affidabile e dipendono dai russi per mandare uomini nello spazio, cosa inaudita ed umiliante, oltre che pericolosa strategicamente;
  2. i cinesi, intanto, hanno mandato un uomo in orbita con successo ed hanno dichiarato senza esitazione di avere un piano a lungo termine per costruire una stazione spaziale e poi andare sulla Luna;
  3. George W. deve trovare il modo per farsi rieleggere a fine anno, e non sa a chi fare la guerra con prospettive di facile successo (le guerre fanno ottenere la rielezione se si vince senza perdite, se no...)
Il 17 gennaio il numero dei morti americani in Iraq è giunto a 500. L'Afghanistan è ancora in condizioni disastrose, i talebani sono in ripresa, ed anche se è stata approvata la nuova costituzione, non si sa quali siano le possibilità di applicarla, ad esempio indicendo elezioni. Le imprese militari di Bush II stanno andando male, e Gheddafi, avendo capito di essere una delle prossime vittime, ha dimostrato la sua intelligenza disinnescando il casus belli preferito dal governo USA, con il suo impegno pubblico a rinunciare alle armi di distruzione di massa. Il presidente sta già stimolando la ripresa economica con una spesa pubblica gonfiata, in modo assolutamente eccessivo se consideriamo che nel frattempo ci sono stati i tagli fiscali, ricetta che deve aver trovato nelle memorie di Bettino Craxi buonanima. Visto che la Libia si sottrae al colpo, l'Iran e la Corea del Nord sono ossi troppo duri e le forze armate americane, soprattutto l'esercito, non ce la fanno più, non si può pensare ad una nuova impresa militare. Così, per motivazioni non particolarmente alte o nobili è nato il nuovo programma spaziale: prospetta lavoro, solletica il nazionalismo e non comporta rischi a breve termine. Inoltre serve a ripristinare la superiorità tecnologica americana, oggi messa in discussione almeno in questo settore, ed i costi non sono eccessivi, contrariamente a quello che dicono gli oppositori.

L'opposizione democratica ha subito dimostrato la sua inadeguatezza opponendosi alla proposta, prima di tutto per il fatto che viene da Bush. E pensare che la conquista della Luna fu ideata e realizzata da esponenti del Partito Democratico! Qui non si tratta di essere democratici o repubblicani, parliamo di piani di grande respiro e lunga scadenza, che devono proseguire anche in caso di cambio di governo. I democratici, con la loro scara lungimiranza, non hanno saputo cogliere il momento propizio, e si sono fatti sfuggire l'occasione: se anche in futuro sosterranno l'impresa, tutti continueranno a considerarla opera di George W. Bush. Se era chiaro ad un non addetto ai lavori come me, che a novembre scrissi le considerazioni sul centenario dei Wright, ed è stato chiaro ai consiglieri di Bush e forse a lui medesimo, com'è possibile che i democratici non abbiano visto la coincidenza di (nuova lista):
  1. incidente del Columbia - inferiorità americana nello spazio perfino rispetto ai derelitti russi;
  2. primo volo spaziale umano da parte della Cina
  3. centenario dell'invenzione, americana, dell'aeroplano
  4. grappolo di missioni di sonde verso Marte (dovuto alle circostanze astronomiche favorevoli, ma tant'è)
che creava una condizione assolutamente favorevole per presentare un piano di rilancio della NASA? Se perderanno le elezioni contro Bush quest'anno, per trovarne il colpevole dovranno guardarsi allo specchio. L'inadeguatezza dei democratici americani non differisce da quella dell'Ulivo in Italia: mancano completamente di lungimiranza, non hanno piani né proposte di ampio respiro.

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Conseguenze politiche

Mi spiacerebbe molto che Bush fosse rieletto, eppure approvo l'iniziativa che ha preso. Non per i motivi, ma per gli effetti che avrà a lungo termine. Bisogna saper distinguere tra proposte, fatti e persone: una proposta giusta rimane tale anche se la fa una persona di cui non abbiamo una buona opinione. Questo è contro la logica della politica corrente, ma è pur sempre vero.

Ho già indicato la via alternativa: conservare la proposta e completarla con un piano di conversione dell'industria militare e di riduzione delle spese militari. Politicamente, la cosiddetta guerra al terrorismo ha ancora il suo peso, quindi si dovrà sottolineare che gli armamenti tipici della guerra fredda non servono più, e che semmai si devono dirottare le risorse verso il disinnesco dei conflitti, ad esempio con un'azione estremamente decisa per la pace in Palestina. Si smantellino invece le installazioni militari ormai non più necessarie e si riduca, ad esempio, al minimo la flotta dei sottomarini nucleari, che non servono a nulla contro al-Qa'ida o la Corea del Nord. E si renda l'impresa internazionale, con la partecipazione di Europa e Russia, come sulla ISS. I russi possono mettere a disposizione tecnologie efficaci ed economiche, a partire dal razzo pesante Energiya, già perfino collaudato ma poi abbandonato per mancanza di fondi. L'Europa ha denaro e capacità tecnica a sufficienza, un piano congiunto di esplorazione dello spazio sarebbe utile a tutti. Sarebbe un errore lasciare lo spazio a Bush, quando abbiamo risorse più che sufficienti per andare su Marte e affrontare i problemi della Terra nello stesso tempo. Anzi, andare insieme su Marte è un ottimo modo per sedare i conflitti e fare buona tecnica e buona scienza, invece di inventare sempre nuovi modi per ucciderci tra noi quaggiù sulla Terra.

Alberto Cavallo
18 gennaio 2004

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