Oggi la Serbia, domani la Cina?


La NATO ha bombardato l'ambasciata cinese di Belgrado. Dicono di essersi sbagliati.

Dobbiamo invece pensare che, dopo Belgrado, il prossimo obiettivo sarà Pechino, allo scopo di liberare il Tibet? Vediamo come si possono svolgere le cose:

Bisogna ammettere che questo scenario difficilmente si può verificare, per una serie di motivi:
  1. la Cina è una potenza nucleare, ben dotata di mezzi per difendersi, comunque un nemico troppo grosso anche per gli USA;
  2. l'America ha notevoli interessi economici in Cina;
  3. la campagna elettorale di Clinton è stata in parte pagata dal governo cinese;
  4. i tibetani sono buddisti, non islamici, la loro religione si fonda sulla non violenza, non sulla guerra santa.
Notiamo però una cosa: i governanti dell'Occidente trattano senza problemi con i tagliagole dell'UCK, ma non osano ricevere pubblicamente il Dalai Lama per il timore di offendere il governo cinese. La cultura e la stessa sopravvivenza del popolo tibetano sono in pericolo, ma i governi occidentali sono del tutto indifferenti. Gli stessi motivi, per cui gli USA non attaccano militarmente la Cina, impediscono anche un'azione puramente politica per l'autonomia del Tibet.

Fermiamo la guerra in Jugoslavia, attiviamoci per tutti i popoli oppressi con metodi non violenti!

Alberto Cavallo, 9 maggio 1999

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