GUERRE STELLARI E CONFLITTI TERRESTRI


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Pagina pubblicata il 9 giugno 2002.
L'8 luglio 2005 è stato pubblicato il commento all'ultimo film, vedere qui.

Indice

All'indice del Medioevo
Al commento dell'ultimo film

Il nuovo film

Il 16 maggio scorso è uscito in Italia, in contemporanea col resto del mondo, il nuovo film della serie Guerre Stellari: Episodio II - L'attacco dei cloni. Questi film sono presentati, nella maggior parte delle recensioni, come prodotti di largo consumo destinati ad un pubblico prevalentemente giovanile. Io credo invece che vi sia in essi molto più di questo. Non potevo non scrivere questo articolo, perché si tratta di fantascienza, di etica, di politica.

Un avviso: chi non ha visto il nuovo film non legga quello che segue, se non vuole conoscere in anticipo troppi dettagli della trama. Da bravo pedante devo precisare inoltre che userò i nomi dei personaggi nella forma originale americana, non in quella modificata che per motivi non chiari (forse per migliorare la sincronia del labiale?) fu adottata nel doppiaggio della prima serie, causando una notevole confusione. Il nuovo doppiaggio ha reintrodotto i nomi americani, aumentando ancora la confusione, a mio parere. Comunque mi adeguo.

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La serie precedente

Quando uscirono i tre film della prima serie, già allora designati come episodi IV, V e VI, in attesa di antefatti ed anche seguiti eventuali, ero uno studente liceale, con un vivo interesse per la fantascienza. Abituato ai romanzi di Asimov e Clarke, classificai questi film come un prodotto di tipo diverso, più avventuroso e meno scientifico, tuttavia li apprezzai: non caddi nel pregiudizio, tipicamente italiano, per cui la fantascienza ed in generale la letteratura ed il cinema di argomento fantastico sono prodotti di categoria inferiore, da destinarsi ad un pubblico infantile. Il mondo della cultura italiana anche oggi relega la fantasia al di fuori del campo di ciò che merita considerazione seria, attribuendo dignità e rango soltanto alle opere veristiche. Si tratta di un pregiudizio infondato, radicatosi nei due secoli scorsi, nei quali il romanzo, e poi il cinema, di argomento veristico e contemporaneo si è imposto sopra tutte le altre forme di narrativa. Ci si è scordati che le maggiori opere della letteratura mondiale sono per una parte consistente di argomento mitico o fantastico. Vi furono epoche in cui l'argomento mitico caratterizzava la letteratura seria, e quella veristica era considerata popolare, d'evasione! E' il caso del mondo classico.

In verità qualunque opera letteraria o cinematografica si svolge in un mondo irreale, creato dagli autori. I riferimenti alla vita quotidiana possono essere più o meno stretti, e questo differenzia l'opera veristica da quella più o meno fantastica. Un'ambientazione lontana nel tempo e nello spazio può essere utile per provocare il distacco dai dettagli della quotidianità, che possono distrarci da ciò che l'autore vuole veramente esprimere, parlando di noi forse in modo più profondo di quanto non sembri ad uno sguardo distratto.

Ma torniamo al tema. Negli anni Settanta non mi ero ancora minimamente interessato alla filosofia orientale, quindi non compresi gli accenni posti volutamente da George Lucas nei primi tre film. Oggi, rivedendoli, ho compreso molto meglio quanto Lucas si sia ispirato alla dottrina buddhista. Nella nuova serie, ed in particolare nell'episodio II appena uscito, questo tema acquisisce nuova ampiezza e profondità.

Negli episodi V e VI (secondo e terzo della prima serie) la formazione del personaggio principale, Luke Skywalker, è trattata in modo forse un po' superficiale, eppure chiaro ed adatto al contesto. Si fonda su due concetti: l'acquisizione della capacità di concentrarsi e controllare la propria mente, e la lotta contro i sentimenti dell'odio e dell'ira, che conducono al male anche quando sono esercitati verso persone malvagie. L'acquisizione di poteri telecinetici (muovere gli oggetti o compiere balzi spettacolari) fa parte del contesto avventuroso, ma non è estranea alla tradizione indiana per cui il sapiente acquista effettivamente poteri soprannaturali, che però non deve esercitare se non eccezionalmente ed a puro fin di bene, se non vuole attirare sventure e disastri. Anche lo svolgimento della vicenda rispetta questi concetti ispiratori.

Quando Luke dice "Io cerco un grande guerriero" il suo maestro Yoda, ancora non rivelatosi, gli risponde nel suo tipico linguaggio:"Guerra non fa nessuno grande".

La distruzione finale del malvagio imperatore, infatti, non è ottenuta direttamente dall'eroe positivo, che anzi compiendola si consegnerebbe al male: è affidata al malvagio redento Darth Vader/Anakin Skywalker, che però la paga con la propria vita. Una differenza abissale rispetto al tipico eroe americano, impersonato dai pistoleri western alla John Wayne, che uccidono il cattivo di turno con qualche proiettile della loro pistola infallibile, senza dubbi né rimorsi. In Guerre Stellari il pubblico, attratto dal desiderio di assistere ad imprese avventurose, riceve l'insegnamento che chi uccide l'imperatore si condanna a diventare infine egli stesso il nuovo imperatore del male, si rende uguale a lui. L'imperatore provoca ripetutamente Luke affinché si abbandoni all'ira e uccida suo padre per prenderne il posto e quindi anche l'eredità dell'impero come suo secondo. Luke però si ferma e getta via la spada laser per poi dichiararsi un autentico e compiuto Jedi, cavaliere del bene - esponendosi così alla morte. La salvezza viene da suo padre Anakin, che espia la parte malvagia della sua esistenza sacrificandosi per liberare il mondo dall'imperatore. L'episodio è coerente non solo con il buddhismo ma anche perfettamente con il cristianesimo, non certo con l'ideologia western che ci viene propugnata ogni giorno anche dalla propaganda del governo americano ("lotta titanica contro il terrorismo mondiale..."), che pure fa professione di cristianesimo ad ogni piè sospinto. Lo scambio di battute finale tra Luke e suo padre Anakin è di ispirazione cristiana: "Ti voglio salvare" dice il figlio al padre morente, che risponde "Lo hai già fatto".

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I nuovi (e vecchi) temi

La nuova serie di Guerre Stellari, ed in particolare l'episodio oggi nelle sale, è caratterizzata da parecchi temi, per un totale di almeno quattro. Il primo, il più superficiale, è sempre quello del puro divertimento avventuroso. E' l'aspetto che produce la ripulsa degli intellettuali alla moda ed attira invece la massa del pubblico. Gli effetti speciali sono straordinari, le scene d'azione assolutamente emozionanti, dall'inseguimento tridimensionale su Coruscant all'inizio del film attraverso inseguimenti e combattimenti fino alla battaglia finale. Chi vuole soltanto divertirsi, come in un parco giochi, trova ciò che desidera. Chi non ha paura di divertirsi e sa trovare anche il resto, lo troverà. Gli intellettuali snob che avrebbero fermato l'evoluzione del cinema al muto ed al bianco e nero sono pregati di non entrare. Senza voler male al muto ed al bianco e nero, Ejsenstejn era un grande.

Per sdegnare ancor più gli snob e suscitare l'interesse del pubblico femminile, al quale non sono del tutto confacenti le scene d'azione, è stata aggiunta una storia d'amore, peraltro necessaria per consentire la nascita dei personaggi della serie successiva (anche nell'epoca lontana descritta nei film si continua a nascere al solito modo). Nella serie precedente l'amore aveva poco spazio, limitandosi alla storiella ironica e litigiosa tra Leia e Han Solo.
La nuova storia è molto diversa, però, da quelle che si trovano nel cinema di oggi: l'aspetto principale non è il sesso ma il contrasto con l'impegno di Anakin al celibato. Violando la regola dei Jedi Anakin fa un altro passo sulla sua personale via verso il male, eppure pone le premesse della nascita dei suoi figli, che salveranno la situazione più avanti.

La storia della caduta di Anakin Skywalker sotto il dominio del Lato Oscuro prende l'avvio, sia pure senza ancor compiersi, nell'episodio II, costituendo il terzo dei temi a cui accennavo. Scopriamo che l'insegnamento che viene dato ai Jedi è sostanzialmente buddhista: ad esempio comprende il concetto che gli stati mentali che portano verso il male sono l'attaccamento e l'odio, e che un Jedi deve coltivare l'equanimità. L'amore per una persona particolare tende a diventare attaccamento e può portare a compiere azioni sbagliate che poi ricadono su chi le compie ed infine su tutta la comunità.

L'amore di Anakin per sua madre lo porta infatti a compiere una strage: quando la ritrova prigioniera nel villaggio di una tribù primitiva fa appena in tempo a rivelarsi a lei, per vedersela poi morire tra le braccia. Sconvolto, stermina tutti gli abitanti del villaggio. Eppure avrebbe dovuto capire che sua madre era morta felice, avendo visto il proprio figlio ricomparire a salvarla come cavaliere Jedi, e che la strage degli abitanti del villaggio non ha scusanti, sebbene tra essi vi siano i responsabili della morte di sua madre. Attaccamento - il non capire che la morte fisica di sua madre era un fatto inevitabile e che la sua vita si era conclusa comunque bene, il volerla avere a tutti i costi viva - e odio cieco verso colpevoli ed innocenti insieme, conducono Anakin avanti verso la sua trasformazione in Darth Vader. Dell'aspetto formale del film critico il modo piatto in cui Anakin racconta la conclusione dell'evento ai familiari, si sarebbe potuto fare diversamente: è giusto interrompere le immagini per non mostrare direttamente la strage, ma forse sarebbe stato meglio rappresentare il villaggio in fiamme e lasciar intravedere corpi esanimi, risparmiandoci un racconto fiacco. Tuttavia l'episodio rimane altamente significativo. Non posso dimenticare che, nei soliti western classici che abbiamo adottato come temine di paragone, era considerato normale sterminare una tribù di indiani per liberare o anche solo vendicare una donna bianca rapita. Non dimentico nemmeno che la smania del lieto fine avrebbe potuto portare altri autori ad inserire una riuscita miracolosa del salvataggio.

In un altro episodio, Anakin vorrebbe fermare l'inseguimento del nemico per soccorrere la sua amata Amidala ma viene bruscamente redarguito da Obi Wan Kenobi, che gli ricorda che il dovere prevale sull'attaccamento ad una persona particolare. In altri film avremmo visto una rapida e perfetta azione di soccorso seguita comunque da un inseguimento riuscito. Amidala se la cava poi da sola.

Alla fine Anakin sposa Amidala, un evento che solitamente contrassegna il lieto fine, eppure qui risulta ambivalente: sappiamo che Anakin ha violato i suoi impegni, e questo porterà dolore ed infelicità a lui, alla sua sposa ed ai suoi figli. La relazione causa-effetto, data in questi termini, è la legge del karma piuttosto che la Caduta cristiana. Non un destino inevitabile, ma il lasciarsi indurre dalle circostanze a compiere le azioni che produrranno quel destino. Causa-effetto, comunque, più che colpa-punizione.

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Dalla Repubblica all'Impero

Il quarto tema che percorre la nuova serie è la nascita dell'Impero, contro il quale Luke e gli altri combattono nella vecchia serie. E' ormai chiaro a tutti, almeno spero, che l'Impero altro non è che la Repubblica medesima, caduta sotto il dominio dell'ex senatore Palpatine, che diventerà il malvagio imperatore che ben conosciamo. Il tema politico era sostanzialmente assente nella vecchia serie: l'Impero era ovviamente cattivo, i Ribelli guidati da Leia e Luke erano buoni, tutti quanti erano molto lontani dal nostro mondo.

Oggi è cambiato molto. Le vicende politiche e belliche raccontate nei due episodi usciti finora della nuova serie sembrano riferirsi al mondo di oggi, per parecchi aspetti. L'ascesa di Palpatine si svolge in una repubblica in cui la democrazia è stata svuotata dal fatto che i politici sono al servizio di coloro che finanziano le loro campagne elettorali: lo dice esplicitamente Anakin ad Amidala nel nuovo film. La forza che contrasta la vita pacifica della repubblica è in primo luogo la Federazione dei Mercanti o del Commercio (il nome è stato tradotto in due modi diversi nei due film). Somiglia forse al WTO? In realtà è molto di più: dispone di forze armate non soggette al controllo del governo. Nella versione italiana i suoi esponenti, una specie di mummie ambulanti, hanno un vago accento russo, credo che l'accento originale fosse più cinese. Le loro forze nel primo film applicano un blocco al pianeta Naboo, che non vuole sottostare alle condizioni imposte dalla Federazione per i suoi commerci galattici. Ohibò, non siamo forse oggi in un mondo in cui gli stati, se si oppongono alle condizioni imposte dalle organizzazioni del commercio, sono soggetti a sanzioni? La situazione si risolve attraverso la nomina di Palpatine a Cancelliere, oltre che con l'inopinata vittoria di Naboo sulla Federazione. Le forze militari di Naboo sono prevalentemente costituite dai Gungan, che hanno un'evidente caratterizzazione latinoamericana e un'aria da ribelli antiglobal difficile da nascondere. Combattono con mezzi relativamente primitivi contro armate di androidi.

Nel secondo film il malvagio Conte Dooku (qualche parentela col Conte Duca di Fantozzi?), segretamente alleato della Federazione, provoca una secessione nella Repubblica. Palpatine ottiene dal Senato poteri speciali e l'autorizzazione a costituire una grande forza armata - composta di cloni. Scopriamo intanto che i cloni sono stati prodotti nel corso di un decennio, da personaggi che credevano di lavorare per i Jedi, che invece non ne sapevano nulla. Il personaggio clonato, presente sul posto a sorvegliare le operazioni, è un cacciatore di taglie che vediamo poi accanto a Dooku. L'armata dei cloni interviene a favore dei Jedi contro Dooku, per poi diventare l'armata della Repubblica. Ma le ambiguità sono evidenti: entrambe le armate sembra siano state costituite per volere del misterioso Darth Sidius, che tutti sospettiamo essere nient'altri che Palpatine sotto mentite spoglie.

Come si trasforma una repubblica in un impero:

  1. controllo sui politici da parte del mondo della finanza che paga le loro campagne elettorali;
  2. sanzioni economiche e militari a chi non si allinea alla politica commerciale e finanziaria delle grandi società;
  3. organizzazione di gruppi ribelli e terroristici apparentemente in opposizione al sistema ma legati segretamente con i gruppi di potere;
  4. conseguente incremento delle spese militari che porta alla prevalenza del complesso militare-industriale nello Stato;
  5. conferimento di maggiori poteri alle forze di sicurezza ed alle autorità supreme, con limitazione della libertà dei cittadini.
Questo accade nella galassia di Guerre Stellari - e sul nostro pianeta Terra, oggi.

Sul primo punto, pensiamo a come funzionano le campagne elettorali in America; e noi in Italia abbiamo un presidente del consiglio che è in prima persona un esponente delle grandi aziende. Quello che dice Anakin ad Amidala.

Abbiamo visto ripetutamente che ogni Stato che si oppone alla politica economica e finanziaria globalizzata è sottoposto a pressioni e sanzioni fino a che non capitola. Come il pianeta Naboo.

Chi è Osama bin Laden? Nessuno nega che abbia lavorato per i servizi segreti sauditi ed americani contro i sovietici in Afghanistan. La sua famiglia era in affari con la famiglia Bush. La guerriglia islamica in Afghanistan fu organizzata da sauditi, americani e pakistani prima ancora dell'invasione sovietica. Saddam Hussein fu armato e finanziato dall'America quando combatteva contro l'Iran. Ora l'America dipinge Osama e Saddam come i maggiori nemici pubblici del mondo, ed intanto ha portato le spese militari a 378 miliardi di dollari l'anno, con l'obiettivo di arrivare a 450. Le spese militari USA sono il 37% del totale mondiale, contro il 6% della Russia ed il 3% della Cina. La NATO nel suo insieme raggiunge oltre il 60% della spesa militare mondiale. Per la guerra al terrorismo il presidente Bush ed il suo governo stanno introducendo nuove organizzazioni di sicurezza e adottando provvedimenti che limitano i diritti dei cittadini. Ma si scopre intanto ormai ufficialmente che CIA e FBI sapevano molto sui preparativi degli attentati dell'11 settembre 2001, e non fecero nulla. Questo diventa ora un pretesto per riformarli. Sono fatti noti e pubblicati, non sogni di qualche paranoico.

Nella galassia di Guerre Stellari l'armata dei cloni e quella dei droidi erano organizzate dalla stessa mano una contro l'altra, ed alla fine il Cancelliere si trova con pieni poteri ed un esercito ai suoi ordini per riportare la pace...

Pensiamoci, dunque. Di chi parlano? di una galassia lontana lontana o di noi?

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Conclusione: un grande film?

Possiamo dunque dire che Guerre Stellari - Episodio II è un grande film? Certo contiene ingenuità non trascurabili, la maggiore delle quali nell'episodio in cui i Jedi fanno ricorso ai bambini loro allievi per farsi spiegare come mai il pianeta dei clonatori non figura del loro dabase galattico. La risposta: qualcuno deve averlo cancellato! Totò direbbe: "Mi scompiscio!". I temi più significativi sono trattati con tono a volte troppo didascalico, e molte scene spettacolari non brillano per originalità (ci sono riferimenti perfino a Ben Hur). Ma si può dire che è un film ben costruito, spettacolare e nello stesso tempo ricco di spunti significativi. Credo senz'altro che qualche spettatore dei tanti che saranno andati a vederlo per cercare soltanto il divertimento ne avrà tratto anche qualche motivo di seria riflessione; e quelli troppo seri avranno avuto un po' di sano divertimento.

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Alberto Cavallo, 9 giugno 2002



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