ANCORA GUERRE, STELLARI E NO


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Pagina pubblicata l'8 luglio 2005.

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Dopo aver posto in rilievo, in occasione del penultimo film di Guerre Stellari, le sue implicazioni filosofiche e politiche, era doveroso trattare dell'ultimo film della serie. Come sempre, invito chi non l'abbia visto e desideri andarlo a vedere a non leggere il seguito di questa pagina.

L'uscita di questo articolo coincide quasi esattamente con i tragici eventi di Londra, il che offre la possibilità di riflessioni sconsolanti. Il parallelo tra la "guerra dei cloni" e la "guerra al terrorismo" non sembra casuale.


L'ultimo film

Nello scorso mese di maggio è uscito in Italia, in contemporanea col resto del mondo, l'ultimo film della serie Guerre Stellari: Episodio III - La vendetta dei Sith. In occasione dell'uscita di Episodio II, avevamo già commentato i numerosi riferimenti alla situazione mondiale attuale, oltre a quelli filosofici e religiosi, che trapelano sotto la luccicante veste del prodotto spettacolare d'evasione. Si veda l'articolo precedente.

Con questo film la serie si salda alla precedente ed il ciclo si chiude. Si prospetta comunque una serie di telefilm - ma questo è il risvolto commerciale.

Questo ultimo episodio è risultato tutto sommato scadente dal punto di vista della realizzazione. Il tema estremamente suggestivo del compimento della trasformazione di Anakin Skywalker in Darth Vader e della nascita del malvagio Impero rimane affogato in un mare di spettacolarità gratuita e di incongruenze della trama. Ma per un appassionato di fantascienza, per di più ex fan della prima serie (verrebbe da dire, quella vera), rimane doveroso vederlo. Anche solo per rendersi conto di come George Lucas abbia buttato via, dal punto di vista dell'arte cinematografica, gli spunti formidabili di quello che sarebbe dovuto essere l'episodio chiave di tutta la storia, la nascita dell'Impero e la conversione al male di Anakin Skywalker.

Torniamo tuttavia alla ricerca dei riferimenti che già avevamo sottolineato negli altri episodi. 

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Alla ricerca dei temi nascosti

Avevamo visto come la storia d'amore di Anakin e Amidala, culminata nel loro matrimonio, non avesse dato luogo ad un autentico lieto fine, ma anzi avesse posto le premesse della catastrofe. Nel nuovo episodio, questa si origina per effetto di strani sogni premonitori in cui Anakin vede Amidala in pericolo di vita. La cosa lo preoccupa al punto di cercare ogni possibile mezzo per evitare che la previsione si avveri, fino al punto di consegnarsi al nemico.

Tra i pochi riferimenti chiari alla visione etica di fondo c'è il parere che Yoda dà allo sconvolto Anakin, che lo ha informato solo parzialmente dei suoi sogni: il maestro gli spiega che la morte fa parte dell'esistenza e che dobbiamo rassegnarci a veder scomparire le persone care - il tentativo di salvarle ad ogni costo sarebbe un opporsi alla natura delle cose. Naturalmente Anakin non può dire a Yoda di essersi sposato segretamente, dato che agli Jedi il matrimonio non è consentito. Vediamo come il sotterfugio, per quanto motivato da un legame sentimentale in sé onesto ed innocente, cominci ad allontanare il giovane dai suoi maestri, impedendogli di essere sincero con loro. Anakin dovrebbe scegliere tra l'amore per Amidala ed il suo ruolo di Jedi (nella sua mente il più grande di tutti), ma vuole conservare entrambi e finirà per perdere tutto.

Il senatore Palpatine, alias Darth Sidious, maestro Sith e futuro imperatore, si serve dell'ambizione di Anakin e del suo desiderio di salvare la moglie da un destino tragico e misterioso per trarlo man mano dalla propria parte. Cerca di farlo inserire forzatamente nel Consiglio dei Jedi; e gli affida l'incarico di spiarli per suo conto, dicendo di sospettarne il tradimento. Anakin confessa ai capi Jedi di avere avuto questa richiesta dal Cancelliere, e di rimando viene incaricato di spiare lui, trovandosi così nella più classica delle situazioni da agente doppio: ciascuna parte lo incarica di spiare l'altra, senza che egli stesso sappia bene da che parte stia. Poco per volta (si fa per dire, è uno degli aspetti più scadenti della sceneggiatura), Palpatine gli rivela la propria natura, parlandogli dei Sith, il contraltare oscuro dei Jedi, e di un loro antico rappresentante, capace di sconfiggere la morte. E' la tradizionale promessa luciferina: utilizzare poteri occulti per ottenere un'immortalità artificiale ed il predominio sul mondo. I Jedi difensori dell'ordine vengono presentati come traditori a loro volta assetati di potere. Anakin si giustifica di fronte a se stesso presentando questa sua ricerca come un tentativo di salvare Amidala e di preservare la legittimità della Repubblica anche contro i Jedi stessi, che ormai vede con sospetto.

L'episodio decisivo ha luogo quando Anakin, rientrato senza permesso dalla missione affidatagli dai Jedi, piomba nell'ufficio di Palpatine/Darth Sidious nel preciso istante in cui il capo dei Jedi sta per ucciderlo. I Jedi, svelati i piani di Sidious, avevano deciso di arrestarlo, ma il loro tentativo aveva causato uno scontro da cui comunque stavano uscendo vincitori (causando tra l'altro lo sfiguramento di Sidious, che gli conferisce l'aspetto dell'Imperatore degli episodi IV-VI). Il capo Jedi rifiuta la proposta di resa di Sidious ritenendo che il Senato potrebbe assolverlo,  nel momento stesso in cui arriva Anakin, che interviene in favore del Sith ritenendolo oggetto di ingiustizia. Con l'uccisione del capo del suo Ordine Anakin diventa a tutti gli effetti un Sith e riceve il suo nuovo nome, oltre all'incarico di distruggere tutti i Jedi. L'agente doppio alla fine sceglie la parte sbagliata perché la vede al momento soccombente ad una minaccia non abbastanza legittima, ed anche perché vede nel Sith colui che potrebbe dargli lo strumento per salvare la moglie.

Stendiamo un velo pietoso sulla sceneggiatura e sulla regia: tutta la narrazione è affrettata e confusa. Ci sono momenti in cui ci si chiede se sia stata fatta una fretta indiavolata al regista, al punto di comprimere in poche battute temi di grande momento drammatico. Anche un viaggio in astronave da un capo all'altro della galassia dura appena qualche secondo, decollo e atterraggio inclusi... ma la trama è tanto scombinata da richiedere la presenza dei personaggi in luoghi lontanissimi da una scena all'altra. La trovata del sogno di Anakin rimane uno dei punti meno convincenti della storia: per quanto avventato e pronto all'ira Anakin non sembra così stupido da passare al male per via di un sogno premonitore. Qualcuno ha anche trovato assurdo che nell'"ennesimo" secolo si facciano tante storie per i rischi del parto (infatti la premonizione sembra riguardare una morte per parto).

Quindi Anakin diventa Darth Vader per l'attaccamento verso la moglie e quello verso se stesso come sommo giustiziere: viola le regole dei Jedi e non è capace di confessare la verità ai suoi maestri; dimentica gli insegnamenti ricevuti e le sagge parole di Yoda sulla natura della morte; si mostra incapace di conservare l'equilibrio e soccombe alla rabbia in varie occasioni; si rivela pronto ad usare qualunque mezzo per salvare la moglie, dimenticando che ogni azione cattiva porta conseguenze cattive e che per ottenere il bene di lei (e di tutti) dovrebbe far conto soltanto su mezzi buoni e non sulle pratiche occulte dei Sith. Il tutto si presta perfettamente ad una lettura buddista, come abbiamo rilevato anche negli altri episodi. Naturalmente scopriremo che il pericolo mortale per Amidala verrà da Anakin stesso, ormai diventato Darth Vader: egli cerca di trarla dalla sua parte, chiedendole di restare al suo fianco, con il piano di eliminare persino Darth Sidious e diventare una coppia imperiale - ma Amidala si ritrae inorridita essendo lontanissima da simili idee, per lei è meglio la morte che governare la Galassia da un trono fondato sul sangue, cosicché Anakin la scaccia violentemente prima di affrontare il duello con Obi Wan. Amidala sconterà il suo amore per Anakin morendo di dolore per averlo perduto.

Anche tra i Jedi, non è un caso che sopravvivano soltanto Yoda e Obi Wan: uno è il maestro di tutti, il più saggio, l'altro è forse meno saggio ma sicuramente puro. Al punto di non rendersi nemmeno responsabile della possibile morte di Darth Vader, che egli lascia moribondo alla fine del duello, in un'eruzione vulcanica, da cui poi Vader sarà tratto in salvo dagli uomini dell'imperatore, per essere ricostruito nella forma con la quale parteciperà agli episodi successivi. Il capo dell'ordine invece paga con la vita l'intenzione di uccidere Sidious nel momento in cui sembra offrire la resa. I Jedi avevano affidato ad Anakin una missione discutibile, in particolar modo considerando le caratteristiche del personaggio: avrebbero dovuto allontanarlo da Darth Sidious, piuttosto che chiedergli di spiarlo per loro conto. Se avessero compreso lo stato d'animo di Anakin, a maggior ragione gli avrebbero dovuto risparmiare l'incarico.

In effetti i Jedi non fanno una gran figura in tutta la vicenda, dopo le attese create con la vecchia serie, in cui erano presentati come eroi mitici di straordinario valore e saggezza. Il loro comportamento e la loro stessa fine non sono assolutamente all'altezza: non hanno un vero piano per controllare Palpatine, a parte fidarsi stranamente di Anakin su cui già nutrono sospetti; scoperta la congiura non sanno fare di meglio che andare in gruppo sparuto ad arrestare il capo dei Sith, senza nemmeno lanciare un allarme a tutti gli altri, che cadono come allocchi uno per uno nella trappola tesa loro dai cloni.


Quindi ogni azione ha effettivamente le conseguenze corrispondenti alla sua natura buona o cattiva: perfino l'uccisione di un malvagio è cosa in sé cattiva, tanto che dovrà essere appunto Darth Vader, ridiventato in extremis Anakin Skywalker alla fine dell'episodio VI, a prendere su di sé il compito di uccidere Sidious, preservandone suo figlio Luke.

E' riconfermata quindi una visione del tutto opposta alla filosofia western per cui il buono uccide il cattivo e ne trae merito. Qui uccidere è male, chiunque siano l'uccisore e l'ucciso.

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Nascita dell'Impero

Nel secondo film il malvagio Conte Dooku aveva provocato una secessione nella Repubblica. Il Cancelliere Palpatine aveva ottenuto dal Senato poteri speciali e l'autorizzazione a costituire una grande forza armata - composta di cloni. Sappiamo già che i cloni sono stati prodotti da personaggi che credevano di lavorare per i Jedi, che invece all'inizio non ne sapevano nulla. Il personaggio clonato, presente sul posto a sorvegliare le operazioni, è un cacciatore di taglie ricomparso poi accanto a Dooku. L'armata dei cloni intanto è diventata l'armata della Repubblica e combatte a fianco dei Jedi contro le armate di robot di Dooku e della Federazione del Commercio (non più citata col suo nome nel terzo film, anche se i suoi rappresentanti mummiformi ricompaiono, più che altro per farsi sterminare da Darth Vader).

Nel terzo film si comincia col rapimento di Palpatine da parte delle armate di Dooku - al che intervengono i Jedi Obi Wan Kenobi e Anakin Skywalker, che lo liberano, in una sequenza di altissima spettacolarità, basta non porsi domande sul senso delle scene a cui si assiste. E' invece interessante analizzare la scena chiave in cui Anakin uccide Dooku, ormai disarmato e indifeso, su invito di Palpatine... Nel momento in cui accade ancora non è chiaro chi sia veramente Palpatine e la morte di Dooku può essere vista come un episodio positivo - salvo che sappiamo che un'uccisione a sangue freddo non è da Jedi, e la scena ricorda, anche nell'ambientazione, quella finale dell'episodio VI, rovesciata nell'epilogo: il giovane Jedi uccide il Sith minore e si prepara così a prenderne il posto, assecondando il maestro Sith. Chi conosce bene i temi della serie dovrebbe ricordare che invece Luke vincerà sull'Imperatore perché si rifiuterà di uccidere Darth Vader benché invitato a farlo. Ma lo spettatore che vede solo l'aspetto spetacolare può rallegrarsi della morte del cattivo, cadendo nella trappola. Il richiamo è evidentissimo, ad esempio Palpatine, pur legato, è seduto su una specie di trono, come quello che occuperà da Imperatore.

Ben presto si chiarisce che Palpatine trama contro i Jedi, cercando di usare Anakin contro di loro. Quando finalmente i Jedi scoprono la minaccia e tentano di arrestarlo e poi di ucciderlo, una volta sfuggito frazie all'aiuto di Anakin/Vader, si presenta al Senato, dichiara il tradimento dei Jedi e la loro messa fuori legge e si proclama Imperatore della Galassia tra gli applausi. Commenta Amidala che così muore la democrazia: tra gli applausi. Scatta il piano di annientamento dei Jedi a cui partecipa anche Vader, che poi raggiunge il comando delle forze ribelli, i cui capi lo accolgono con ogni onore, salvo poi essere da lui uccisi in una selvaggia esplosione di violenza. Ora che Palpatine/Darth Sidious è Imperatore, i ribelli devono essere eliminati perché non servono più, anzi potrebbero diventare una minaccia autentica.

Il metodo di Palpatine/Darth Sidious era chiaro fin dal secondo film e si completa nel terzo: creare un conflitto interminabile attraverso suoi agenti, presentarsi come il leader capace di condurre la lotta contro le forze ribelli che in realtà egli stesso segretamente organizza e conduce, costruire una grande forza armata di tipo mercenario (i cloni), farsi conferire poteri sempre maggiori a fronte di una minaccia sempre più grave, che sembra voler colpire lui stesso allontanando così qualsiasi sospetto dalla sua persona, infine presentare come traditori i veri difensori della Repubblica, eliminarli e prendere definitivamente il potere abolendo la democrazia ed utilizzando la forza militare, creata per combattere la guerra da lui stesso fomentata, come fondamento dell'Impero.

Non si può non vedere il parallelo con il mondo di oggi. Che cos'è veramente la "guerra al terrorismo"? Chi organizza e finanzia al-Qa'ida? Da dove viene realmente la minaccia? Perfino il nome di al-Qa'ida è un mistero: non ha riferimenti religiosi, come quelli di tutti gli altri movimenti islamisti, vuol dire "la Base". Alcuni dicono che sia la traduzione in arabo del nome "la Fondazione", quello del celeberrimo ciclo galattico di Isaac Asimov. Parleremo ancora di questo tema.

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Alberto Cavallo, 8 luglio 2005



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