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L'Expo ed il declino dell'Italia



Pagina pubblicata la prima volta il 1° maggio 2015

Expoburger


Indice


Alla pagina generale sulla politica italiana


Si è aperto l'Expo!

Il 1° maggio, in coincidenza (?) con la festa dei lavoratori si è aperto puntualmente l'Expo 2015 di Milano. Ho voluto sintetizzare nell'immagine che illustra questa pagina molti concetti in una volta, come solo un'immagine può fare.

La prima cosa che viene in mente ad un italiano che la vede non è, credo, il fatto che il tema dell'Expo è l'alimentazione, ma che sotto sotto, è tutto un magna magna.

Certo, non nascondo di aver voluto produrre anche questo effetto, ma non parlerò di corruzione. Dopo tutto, la corruzione in Italia è una banalità, il suo livello è tale che la si dà comunque per scontata. Appunto, mi basta che sia una sensazione di sottofondo, che rimane aleggiante mentre si parla d'altro.

L'altro è il vuoto ideale assoluto in cui siamo affondati. Non produciamo più nulla, né di materiale né di ideale, tantomeno possiamo sperare di produrre posti di lavoro per i giovani...

Cavolfiore

Aver scelto l'alimentazione come tema dell'Expo esprime perfettamente la condizione dell'Italia in ogni senso. Mi è tornato in mente l'inizio della "Congiura di Catilina", dello storico romano Sallustio (I sec. a.C.), che avevo letto al liceo come testo latino. Dei libri io ricordo sempre l'inizio, anche se dimentico il resto. E con i potenti mezzi della Rete, ve lo schiaffo qui in latino:

Omnis homines, qui sese student praestare ceteris animalibus, summa ope niti decet, ne vitam silentio transeant veluti pecora, quae natura prona atque ventri oboedientia finxit.

L'aver dedicato l'Expo italiano al cibo dice proprio questo: invece di impegnarci con ogni sforzo per non essere nullità, che non sarebbe una cattiva idea organizzando un expo mondiale, preferiamo essere bestiame prono ed obbediente al ventre, e dedichiamo l'expo alla pappa.

Insomma, confermiamo al mondo che l'Italia è proprio pasta, pizza e vino, il mandolino l'abbiamo rottamato perché la musica popolare è diventata monopolio anglofono.

Se poi la disoccupazione cresce, non c'è da meravigliarsi: se tutti fanno i ristoratori, chi paga il conto?

Non c'è molto da ridere, però: non c'è più un centesimo per la cultura, che sia letteratura, musica, conservazione dei beni storici, o ricerca scientifica di base, e questo punto è cruciale: un paese che non crede nella cultura è già morto.

L'industria dal canto suo ha chiuso ormai i battenti, restano piccole realtà molto valide, isolate come fiori nel deserto.

Se dobbiamo tutti coltivare i campi, allora rinunciamo ai trattori e zappiamo a mano, perché non c'è terra per impiegare 60 milioni di contadini. Tutti contadini vuol dire tutti poveri, informatevi sull'Italia del primo Novecento, da cui si scappava in massa verso il resto d'Europa e l'America.

L'Italia ha un grande passato, ricordiamo come l'era moderna è nata dal Rinascimento. Ora non ha futuro, pensa di cavarsela con la cucina.

Ci eravamo industrializzati con grande fatica ma anche buon successo, cogliendo l'occasione della ricostruzione dopo il disastro della Seconda Guerra Mondiale, poi abbiamo dissipato tutto, chiudendo, svendendo. Credete che la Fiat abbia comprato la Chrysler? Vedrete se non è avvenuto il contrario. Intanto il nome stesso di Fiat è già sparito.

Due cose avrei voluto vedere all'Expo: la cultura, che è la vera base fondante dell'Italia, e l'eccellenza industriale. Invece abbiamo i piatti tipici regionali.

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La politica, ahimè

La decadenza del mondo politico italiano è ormai assoluta. La maggioranza è formata da opportunisti che assecondano il bulletto Renzi, l'opposizione si è ridotta ai sostenitori del buffone Grillo, il resto sono rovine.

Sono venuti a mancare i partiti, quelle organizzazioni che tradizionalmente collegavano la società civile con il mondo politico. Oggi il partito è diventato l'organizzazione al servizio di un leader, che svolge l'attività di routine necessaria per la raccolta del consenso. La costituzione cita i partiti soltanto all'articolo 49:

Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.

I costituzionalisti interpretano l'articolo nel senso che i partiti devono:

Broccolo
  1. Non avere per scopo il sovvertimento dell'ordine costituzionale
  2. Non usare metodi non democratici verso gli altri partiti
  3. Essere organizzati democraticamente al proprio interno

Il Partito Democratico è ancora un po' fedele al suo nome, ma vedo crescere gli atteggiamenti antidemocratici al suo interno. Fondamentale, in democrazia, è il rispetto della minoranza, altrimenti si ha quella forma degenerata che è la dittatura della maggioranza.

Il Movimento 5 Stelle d'altra parte vuole apparire democraticissimo attraverso l'uso del web, ma è sostanzialmente antidemocratico perché ha due leader inamovibili, al di là di qualsiasi discussione sulla democraticità dei suoi metodi web. In effetti il M5S è ancora più intollerante delle minoranze di quanto sia il PD renziano: chi non è d'accordo con i leader carismatici e la loro claque web viene espulso.

Il PD ed il M5S sono sempre più simmetrici e lontani da quello che servirebbe per governare. Il PD renziano fa annunci ma non realizza nulla di concreto, soltanto provvedimenti di facciata. Intanto procede speditamente per ottenere l'approvazione di una legge elettorale che non risolve i punti di incostituzionalità rilevati dalla Corte Costituzionale nella precedente, peraltro anch'essa imposta da un governo a colpi di maggioranza.

Soprattutto, si prepara una riforma costituzionale che è un vero e proprio stravolgimento dell'impianto creato alla fondazione della Repubblica. La Costituzione è il cuore della Repubblica, la si può modificare soltanto con un largo consenso ed una ponderata valutazione di tutti gli aspetti in discussione. Abolire di fatto una camera non è un provvedimento da poco! Unita alla nuova legge elettorale, questa riforma rimuoverebbe molte delle salvaguardie contro l'autoritarismo inscritte nel testo costituzionale dopo l'esperienza della dittatura fascista. Ci vorrà un altro ventennio di fascismo ed un'altra guerra per avere di nuovo una Costituzione democratica?

Questo tema è così importante che vorrei approfondirlo separatamente, analizzando nel dettaglio le proposte della parte renziana.

D'altra parte il M5S è diventato il riferimento principale di quei "No Tutto" che considero l'altra faccia della crisi italiana (vedere Nimbya), l'egoismo spicciolo che neanche vede l'interesse collettivo e le prospettive di sviluppo, l'oppositore ideologico della tecnologia e di qualsiasi prospettiva di sviluppo.

Per quelli che la accarezzano, faccio notare che la decrescita è felice solo per le classi privilegiate, per gli altri vuol dire miseria e fame.

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Ideali?

Perché l'Italia non riesce a risollevarsi? ci si focalizza sulle singole questioni, pur importanti, come la corruzione, la gestione dell'immigrazione, la legislazione del lavoro, ma il punto fondamentale è la mancanza di qualsiasi riferimento ideale.

Gli italiani in generale, non solo i politici che ne sono l'espressione, non conoscono altro che il proprio miopissimo interesse personale, familiare, di categoria. Questo ha portato alla paralisi di qualsiasi iniziativa, perché nessuno è disposto a rinunciare ad una minima parte delle sue prerogative per favorire qualsiasi scopo collettivo. Così si perde lo scopo collettivo più importante: risollevare il paese!

Cavolo

Come ho sottolineato nell'articolo "Nimbya, il paese degli immobilisti" ci si oppone a qualsiasi iniziativa di un certo respiro prima di tutto per non scomodarsi personalmente, anche se la giustificazione a cui tutti ricorrono è che le opere più o meno grandi sono soltanto occasioni di corruzione. E non portano occupazione locale sufficiente... Ma se l'economia riparte tutti ne hanno vantaggio, non si deve guardare solo il legame diretto e la conseguenza immediata. E' proprio questo guardarsi i piedi che porta a trascurare la cultura, a soffocare le iniziative, a rendere impossibile lo sviluppo.

Pensiamo al problema del lavoro: non si tratta di difendere allo stremo l'occupazione nelle industrie esistenti, ma di creare il tessuto socio-economico che consente alle aziende esistenti di prosperare e soprattutto alle nuove di nascere.

Questo richiede ad esempio trasporti efficienti, fisco efficiente e non oppressivo, sistema bancario pronto a finanziare le iniziative in base al merito, in generale un paese che funziona. Soprattutto occorrono regole semplici e valide sempre e per tutti, non mille clausole per compensare gli squilibri dando qualcosa a questo o a quello. Che ovviamente favoriscono soltanto la corruzione.

Non si può sperare che tante persone cambino atteggiamento, bisogna puntare sui giovani. Ma come funziona la scuola? E soprattutto, che modelli si propongono alle nuove generazioni?

La nota deprimente è che, tornando al tema dell'Expo, ai giovani si propone di fare:

Per quanto si tratti di mestieri rispettabilissimi, forse si dovrebbe pensare anche a qualcos'altro.

Come socio e consigliere di Space Renaissance Italia, mi permetto di ricordare che l'industria italiana:

IXV

e questo solo per parlare di cose fatte... Si possono fare esempi analoghi in altri campi della scienza e della tecnica. Ma i talenti italiani devono appoggiarsi sempre a strutture straniere o internazionali per emergere. L'Italia che io amo è questa, ma l'Expo fatto in Italia parla di agricoltura e cucina.

Sottolineo il settore spaziale perché il futuro dell'umanità si gioca lì, se non saremo capaci di superare i confini di questo pianeta ci avvieremo al declino portando con noi tutto quanto c'è di bello su di esso.

Soprattutto, se non si hanno riferimenti elevati, non si risolve nemmeno il problema di riempirsi la pancia: si rimane al livello animale, alla mercè delle circostanze - bestiame prono e obbediente al ventre, come dice Sallustio. Se la nostra massima aspirazione è procurarci il cibo ma non siamo capaci di alzare lo sguardo al di là dei nostri piedi, quando le risorse del pianeta non basteranno ci salteremo alla gola a vicenda.

Ricordiamoci intanto che soltanto la tecnologia può risolvere il problema di nutrire la popolazione terrestre attuale e futura. E comunque, se non ci accorgiamo che l'universo non si limita a questo piccolo pianeta, di futuro non ne avremo poi tanto.


Alberto Cavallo

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